_250X_.jpg)
Gianluigi Paragone
La vita a rate
Il grande inganno della modernità: soldi in prestito in cambio dei diritti
- 16,90 €prezzo di copertina
- 160pagine
La trama
«Rinunciare a un desiderio? Nemmeno per sogno. L’inganno della pubblicità è spingerti ad avere quel che vuoi, a comprare tutto a rate: ogni cosa, insomma, è possibile negli spot delle banche. Tu non tocchi i tuoi risparmi, loro ti danno i soldi. In prestito. Ma che cosa succede se qualcosa poi va storto? Se non riesci più a pagare le rate? Succede che la colpa è tua perché ti sei indebitato oltre le tue possibilità. Così non ti resta che svendere i diritti più importanti. E cedere la tua libertà. Esattamente come volevano loro, i signori del debito. I padroni degli indebitati.»
La casa e la macchina, sicuramente. E il televisore o il frigorifero? E le vacanze? Stai pagando tutto questo a rate? Nella frenesia dei tempi moderni nessuno più si domanda o si rende conto di quanti prestiti, piccoli o grandi, stiamo cumulando. Forse anche il telefonino lo abbiamo preso a rate, cedendo all’offerta della compagnia telefonica. Già, la nostra vita sta diventando sempre più una vita a rate, una vita in prestito. Ma l’affare chi lo sta facendo? Ci sono famiglie che hanno impegnato più di quanto avrebbero potuto: persino le cure sanitarie si cominciano a pagare a rate. Perché? È tutto casuale, segno appunto dei tempi moderni – come piace dire a qualcuno –, oppure è una tentazione in atto da decenni, attraverso una sapiente operazione di marketing, per sostituire i tuoi diritti (il lavoro, la giusta retribuzione, la privacy…) con loro concessioni? Il mondo della finanza, con i suoi prodotti sempre più sofisticati, ci sta spingendo a un progressivo indebitamento, per poi accusarci proprio di non potercelo mantenere. E allora, quando non ce la fai più, ecco il patatrac: sei disposto ad accettare qualsiasi umiliazione dei tuoi diritti pur di non saltare. Vale per le famiglie, per le imprese, per i commercianti. E persino per lo Stato. Gianluigi Paragone, con il suo solito stile provocatorio, ci impone una riflessione sul più grande inganno che sta dietro una parola magica: modernità, progresso. Ma siamo sicuri che lo sia davvero? Ne vale la pena?